Prestito con 290 euro di pensione: simulazione e calcolo rata

Quanto richiedere di prestito con pensione da 300 euro?

Può capitare di interrogarsi sui requisiti minimi per richiedere un finanziamento. In apparenza, il funzionamento di un prestito personale è semplice: il richiedente inserisce nei vari simulatori le indicazioni personali su età, stato  professionale o pensionistico, motivi della richiesta e reddito e attende una gamma di soluzioni personalizzate. Ma cosa cambia se si deve richiedere un prestito con 290 euro di pensione?

Dal punto di vista degli istituti eroganti, la capacità reddituale del richiedente è rilevante per diversi motivi: in primo luogo, indica la capacità di restituzione del debito nei tempi e nei modi preventivati. In secondo luogo, permette di valutare il peso della rata mensile sul bilancio familiare: il reddito mensile, al netto della rata, deve comunque permettere al richiedente di soddisfare tutte le esigenze di base ed eventualmente accumulare una piccola quota di risparmio utile, in caso di perdita del lavoro o aggravamento delle condizioni di salute, a far fronte agli impegni presi.

Possiamo allora provare a chiederci se sia possibile ottenere un prestito con una pensione di 300 euro e osservare cosa offre la ricerca di mercato. Prima di fare questo, dobbiamo comprendere quali tipi di pensioni esistano e quali siano i loro importi minimi. Non sempre beneficiare di un trattamento pensionistico significa avere solo una fonte di reddito.

prestito con 290 euro di pensione

    prestito con 290 euro di pensione

    Prestito con 290 euro di pensione: è possibile?

    Diciamo che le gran parte delle finanziarie fissano quasi tutte una soglia  minima per la richiesta di prestito e che è pari a 500 euro. Al di sotto di questa cifra è molto difficile ottenere un finanziamento. Ad ogni modo, è opportuno considerare oltre alle classiche compagnie anche le richieste di prestito online. Accanto a ciò, è opportuno fare una disamina sui vari tipi di pensione, gli importi minimi per la richiesta di prestito e altri dettagli utili per chi è alla ricerca di un prestito con 290 euro di pensione.

    Tipi di pensione e importi minimi

    In tutto, ci sono sei diverse categorie di pensione in vigore in Italia:

    • Pensioni di vecchiaia
    • Pensioni anticipate
    • Pensioni privilegiate
    • Pensioni supplementari e complementari
    • Pensioni ai superstiti

    Pensioni di vecchiaia e anticipate sono dei trattamenti di tipo previdenziale, che erogano un reddito pensionistico a fronte del versamento dei contributi durante il periodo lavorativo. Le pensioni di invalidità hanno uno scopo assistenziale per invalidi, ciechi o sordi o persone inabili o non autosufficienti. I dipendenti pubblici divenuti inabili per motivi di lavoro possono fare richiesta per ottenere una pensione privilegiata. Le pensioni supplementari sono quelle maturate versando i contributi ad un’altra gestione, come nel caso delle casse previdenziali per i professionisti, laddove quelle complementari sono costituite dalle rendite dei fondi integrativi. Infine, le pensioni ai superstiti sono rendite garantite al coniuge o ai figli minori di 21 anni.

    Illustrate le categorie principali delle pensioni, ci chiediamo quali siano quelle che eroghino i contributi minori. L’intento è valutare quale sia l’importo minimo mensile possibile, per poi effettuare una simulazione di prestito con il dato ottenuto.

    Orbene, per quanto concerne le pensioni di vecchiaia, dopo la Legge Fornero del 2012, segue un criterio contributivo, che richiede un minimo di contributi da versare per maturare il diritto alla pensione: quanto maggiori i contributi versati, tanto maggiore l’importo mensile erogato una volta in pensione.

    La Legge di Bilancio 2023 ha stabilito che la pensione di vecchiaia è ottenuta dopo aver raggiunto i 67 anni di età e dopo aver versato almeno 20 anni di contributi e che l’importo minimo mensile è di 597,36 euro. Questo importo può subire degli aumenti perequativi in funzione dell’andamento del costo della vita ma, il valore globale resta sostanzialmente stabile nel tempo. Quello che si può facilmente osservare è che questo importo risulta coprire le minime necessità basilari per cui, un pensionato che si trovasse a dover pagare un affitto potrebbe trovarsi in difficoltà a coprire il bilancio mensile.

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    Per quanto concerne la pensione anticipata, la Legge di Bilancio 2023 fa riferimento alla Quota 103, che richiede che i nati entro il 31 dicembre 1961 abbiano maturato 41 anni di contributi e 62 anni di età per accedere. Accedono alla pensione anticipata tutti i lavoratori pubblici e privati e gli iscritti alla gestione separata  Inps. La pensione anticipata è un trattamento transitorio, che intercorre tra la cessazione del rapporto di lavoro e la maturazione dell’età minima per la pensione di vecchiaia. Rileva sapere che la pensione anticipata non può essere cumulata con i redditi da lavoro autonomo occasionale se questi eccedono i 5 mila euro lordi annui.

    Le pensioni privilegiate sono quei trattamenti previdenziali corrisposti in seguito a lesioni o infermità causate sul lavoro. Per ottenere questo tipo di trattamento è necessario un accertamento medico sulle condizioni di salute e sul nesso causale tra il danno e il lavoro svolto. Il criterio di erogazione generale correla la percentuale di invalidità alla retribuzione lavorativa. Un’invalidità di prima categoria prevede una pensione privilegiata pari alla totalità dell’ultima retribuzione; una di ottava categoria dà diritto al 30 percento dell’ultima retribuzione. Il principio di fondo è che a minore livello di invalidità corrisponde una capacità di generare reddito da lavoro ancora presente, seppure limitata. Ai fini della nostra ipotesi di finanziamento, si può pertanto considerare che il reddito sarà sempre superiore ai 300 euro, sia nel caso in cui la pensione privilegiata sarà l’unica fonte di reddito, in caso di invalidità totale, sia se questa andrà a compensare parte del reddito ridotto da un’invalidità di minor grado.

    Discorso simile per le pensioni supplementari e complementari. Una persona che nel corso della sua vita abbia svolto lavori diversi e versato contributi a diversi fondi pensionistici potrebbe ritrovarsi a non beneficiare di una pensione sufficiente. In questo caso, potrà ottenere una prestazione supplementare dai contributi versati ad uno degli altri fondi. Per le pensioni supplementari non esiste un importo minimo, quindi si potrebbe considerare la richiesta di un finanziamento con una pensione supplementare inferiore ai 300 euro. tuttavia, anche in questo caso bisogna considerare che l’importo sarebbe solo una parte del trattamento pensionistico di cui beneficerebbe il pensionato: il totale sarebbe rappresentato dalla pensione principale, a cui si sommerebbe quella supplementare. Discorso similare per le pensioni  complementari, le quali sono erogazioni previdenziali accumulate a fronte di un contributo periodico e volontario del beneficiario. Le pensioni complementari sono maturate con gli stessi  criteri delle pensioni di vecchiaia. anche in questo caso, dunque, l’importo delle pensioni complementari si somma a quello delle pensioni ordinarie per cui, ai nostri fini, un finanziamento con un pensione di 300 euro prenderebbe in considerazione solo una parte del reddito totale disponibile.

    In ultimo, le pensioni ai superstiti sono dei trattamenti previdenziali riconosciuti ai parenti  più prossimi di un defunto. Possono ottenere questo trattamento il coniuge, in caso di pensione di reversibilità, e i figli minori, universitari o a carico, come anche i nipoti. Casi più rari possono comprendere i genitori del defunto, come anche i fratelli o le sorelle non sposati e inabili. Le pensioni ai superstiti hanno un criterio di calcolo simile a quelli per le pensioni di invalidità e dipendono dalla pensione originaria percepita dal defunto. Ebbene, nel caso delle pensioni ai superstiti può accadere che l’importo riconosciuto si trovi ad essere inferiore al valore della pensione minima di vecchiaia. se questo valore si aggiunge ad un’altra pensione, nessun problema. Negli altri casi, le persone che avessero maturato le condizioni potrebbero  ottenere l’assegno sociale.

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    Prestito con pensione di invalidità di 290 euro, si può?

    Un prestito con pensione di invalidità di 290 non è impossibile, ma il discorso si fa un po’ più complesso. Gli invalidi civili in Italia, per legge, non possono cedere la quota derivante dalla loro pensione di invalidità. In tal senso, succede alcuni richiedenti che tentano la richiesta di prestito con la pensione di invalidità civile pari a 290 euro, nonostante presentino alla finanziaria di turno le varie certificazioni mediche, si vedano rifiutare la cessione del quinto. In questi casi, è opportuno cercare di inserire nel contratto un garante terzo oppure rivolgersi ai prestiti personali per pensionati (invalidi e non). Dai un’occhiata qui e richiedi il tuo preventivo gratis.

    Prestito con pensione di 300 euro: l’assegno sociale

    Per le persone  che si trovano in condizioni economiche disagiate e non riescono a trovare un prestito con pensione di 300 euro, l’Inps eroga un contributo pari a 503,27 euro per 13 mensilità che prende il nome di Assegno sociale. Questo è fornito ai cittadini residenti in Italia con almeno 67 anni di età. Questo assegno viene erogato in via provvisoria ed è adattato alla dichiarazione sui redditi effettivamente percepiti.

    Attualmente l’assegno viene fornito a quei soggetti che non abbiano un reddito superiore a 545, 21 euro mensili per le persone non sposate e di 1.090,41 per le persone sposate. Lo scopo dell’assegno sociale è quello di riportare il reddito disponibile ai due livelli appena indicati: il contributo sarà proporzionalmente ridotto per raggiungere i due redditi minimi, per le persone sposate e non.

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    Prestito con 290 euro di pensione: considerazioni e suggerimenti

    Dopo l’approfondimento sulle pensioni possiamo trarre un paio di considerazioni. In primo luogo, esiste un importo minimo pensionistico ben superiore ai trecento euro (dal 2023 la pensione di vecchiaia ha un importo quasi doppio). Anche l’assegno sociale ha un importo maggiore.

    In secondo luogo, esistono alcuni tipi di pensione che effettivamente possono avere importi pari o inferiori ai 300 euro, ma questi trattamenti hanno per lo più in carattere transitorio o integrativo. Il caso tipico è quello della pensione di invalidità. Come abbiamo visto, nel caso dell’invalidità totale, questa corrisponde all’intero valore del reddito mensile da lavoro: questo importo diminuisce con il diminuire del danno alla salute ma perché questo corrisponde a una capacità di produrre reddito via via meno ridotta.

    Dunque, restando nel limite delle ipotesi generali, possiamo escludere che sia possibile o realisticamente frequente disporre di un reddito pensionistico totale pari a 300 euro.

    Simulazione prestito con pensione da 300 euro

    Proviamo allora a invertire la ricerca e a domandarci quale sia l’importo pensionistico minimo a cui è possibile ottenere un prestito. L’assunto di fondo è che, al calare del reddito pensionistico si riducano le offerte di prestiti sul mercato.

    Nella simulazione sulla cessione del quinto abbiamo ipotizzato una persona nata nel 1948, pensionata dal 2018. Abbiamo considerato l’Inps come ente pensionistico.

    Nel campo “pensione netta mensile” abbiamo progressivamente ridotto l’importo. Per un valore pari a 1.000 euro, il valore massimo della rata mensile è di 200 euro. proviamo a ridurre la pensione. Per un importo di 800 euro, la rata corrisponde a 160 euro. per un importo di 600 euro, la rata scende a 84 euro. A 520 euro di pensione mensile, l’importo massimo della rata selezionabile è pari a 4 euro al mese per un prestito di 10 anni. Indichiamo di seguito le migliori offerte, ma ricorda che puoi sempre personalizzare il tuo prestito da pensionato gratuitamente da QUI.

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    Prestito Unicredit Cessione del Quinto Pensionato

    • Importo finanziato: 292,00 euro
    • Durata Prestito: 120 rate
    • Rata mensile: 4,00 euro
    • TAN: 10,90 percento fisso
    • TAEG: 11,47 percento fisso
    • Totale da rimborsare: 480 euro
    • Spese di Istruttoria: 0 euro
    • Spese mensile di gestione pratica: 0 euro

    L’importo reddituale minimo pensionistico per ottenere un finanziamento è di 520 euro. Questo è in linea di massima commisurato all’importo minimo della pensione di vecchiaia e all’assegno sociale. Sotto questi valori reddituali non vi sono le condizioni minime per soddisfare le esigenze basilari. Questo comporta l’assenza da parte degli istituti di credito di offerte per redditi inferiori. Considerate le simulazioni minime, va detto che l’importo massimo finanziabile si aggira sui 300 euro. Decisamente troppo basso per finanziare acquisiti che non siano strettamente connessi al consumo periodico. Anche il formato del finanziamento è limitato alla cessione del quinto.

    Articolo scritto da: Fabrizio Pagni

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