Invitalia microimpresa: cos’è e come funziona?

Tutto sul nuovo Self Employment ex Invitalia microimpresa: modulistica, info e fondi

Dal 1999 Invitalia supporta la crescita economica del Paese con aiuti ai settori strategici. L’ente favorisce anche l’occupazione, specie nel Mezzogiorno, con fondi ad hoc. In più di venti anni, L’Agenzia Nazionale per l’Attrazione e lo Sviluppo di Impresa, questo il suo nome, ha varato e rinnovato diverse categorie di incentivi. Fino al 2015, gli incentivi Microimpresa si sono rivolti alla creazione di piccole imprese, composte in maggioranza da non occupati residenti al Sud e nelle Isole. Oggi, questa misura è stata rivista e sostituita da due diversi programmi: l’iniziativa Nuovo Selfiemployment, che estende il supporto a tutte le regioni d’Italia, e il progetto Resto al Sud, che favorisce l’iniziativa imprenditoriale nelle aree svantaggiate. In questo articolo illustriamo come era composta l’iniziativa di Invitalia Microimpresa e quali novità ci sono con il Nuovo Selfiemployment.

    Invitalia Microimpresa (Nuovo Self Employment)

    Invitalia Microimpresa: cos’era e a cosa serviva

    Fino al 2015, Invitalia erogava incentivi alle per l’avvio di piccole imprese tramite il servizio Microimpresa. Gli aiuti erano limitati alle imprese che avevano sede nelle seguenti regioni:

    • Campania
    • Calabria
    • Basilicata
    • Puglia
    • Molise
    • Abruzzo
    • Sicilia
    • Sardegna

    Potevano fare richiesta per ottenere gli incentivi soltanto le attività che avevano la forma di società di persone. Ovvero, quelle imprese nelle quali la componente rilevante era quella del contributo dei soci, piuttosto che del capitale apportato. Più in dettaglio, erano ammesse le seguenti tipologie:

    • Società semplici
    • Società in nome collettivo
    • Società in accomandita semplice

    Le società semplici sono il caso più semplice di società di persone, prevalentemente in ambito agricolo. Le società in nome collettivo sono le prime a poter svolgere attività commerciale. Le società in accomandita semplice, infine, si contraddistinguono per due distinte tipologie di soci: i soci accomandatari, a cui è demandata la gestione dell’impresa, e i soci accomandanti, che non amministrando la società rispondono solo delle quote conferite.

    Gli incentivi potevano arrivare a un massimo di 129.114 euro, iva esclusa.

    Per essere ammesse agli incentivi, le società dovevano essere precostituite rispetto al momento della presentazione della domanda. Inoltre, i soci che detenevano almeno la metà delle quote dovevano risiedere nel territorio nazionale, essere maggiorenni e non occupati alla data di presentazione della domanda. Invitalia considerava come occupati i lavoratori dipendenti, i titolari di contratti atipici, gli imprenditori e i liberi professionisti oltre che i titolari di partita iva, anche non movimentata.

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    I settori ammessi

    Potevano ricevere le agevolazioni di Invitalia microimpresa possono essere destinate alle imprese che svolgono le seguenti attività:

    • Fornitura di servizi
    • Produzione di beni

    Erano ammessi la produzione di beni e la fornitura dei servizi oltre che alla somministrazione di bevande e alimenti. Restava invece escluso il settore del commercio. Non erano inoltre accettati all’agevolazione le attività connesse alla pesca e all’agricoltura, la produzione di prodotti agricoli e il trasporto di merci su strada in conto terzi.

    Quali incentivi sono erogati

    Le agevolazioni erano concesse sotto forma di contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato. Queste erano intese a coprire la totalità delle spese di investimento e di gestione relative al primo anno di attività. La quota erogata a fondo perduto poteva arrivare a comporre fino alla metà del totale dei contributi concessi.

    Più in dettaglio, gli investimenti potevano riguardare le seguenti categorie:

    • Attrezzature
    • Macchinari
    • Impianti e allacciamenti
    • Beni immateriali a utilizzo pluriennale
    • Ristrutturazione di immobili entro il 10% del valore degli investimenti

    Le spese di gestione dovevano essere stimate e non preventivate. Gli importi riconosciuti nelle agevolazioni erano erogati al netto dell’iva. Le spese ammesse potevano comprendere le seguenti categorie:

    • Merci
    • Materie prime
    • Materie di consumo
    • Semilavorati
    • Altre spese connesse alla produzione
    • Utenze e canoni di locazione per immobili
    • Oneri finanziari
    • Assicurazioni

    Attrezzature e macchinari non dovevano necessariamente essere nuovi: potevano essere ammesse anche le spese per attrezzature e macchinari usati, purché queste non avessero già beneficiato di agevolazioni precedenti. Invitalia microimpresa specificava che erano ammissibili le spese sostenute successivamente alla data di ammissione alle agevolazioni. Non erano invece ammessi ai finanziamenti:

    • Gli oneri relativi al mutuo agevolato
    • I salari e gli stipendi
    • Le tasse e le imposte

    Le agevolazioni erano erogate in due tranches: la prima come anticipo sulle spese, la seconda a saldo, corrisposto dietro presentazione delle fatture.

    Nuovo Selfiemployment (ex Invitalia Microimpresa): cosa cambia

    Dal febbraio 2021, il Nuovo Selfiemployment finanzia con tassi zero la creazione di nuove aziende. L’iniziativa è rivolta alle seguenti categorie:

    • Donne inattive
    • Disoccupati di lungo periodo
    • I giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano (Neet)

    In particolare, i disoccupati di lungo periodo sono i maggiorenni che al momento della presentazione della domanda non risultano occupati ma che hanno presentato una Dichiarazione di Disponibilità al Lavoro (DID) da almeno 12 mesi. Donne inattive e disoccupati di lungo periodo non necessitano di essere iscritti al programma Garanzia Giovani, come invece devono fare i Neet. Questi ultimi sono i giovani under 30 che non sono impegnati in attività lavorative o percorsi di studio o di formazione professionale.

    Il progetto era inizialmente diviso in tre diverse sotto-misure di importi crescenti: il Microcredito, che copriva importi compresi tra i cinque e i venticinquemila euro; il Microcredito esteso, tra i venticinque e i trentacinquemila euro; e la sottomisura Piccoli Prestiti, che arrivava fino a cinquantamila euro. 

    Dal novembre 2022 è rimasto in vigore il solo intervento Microcredito, in osservanza alla normativa comunitaria di riferimento. Questa finanzia le domande ammesse con importi fino a venticinquemila euro a tasso zero. Invitalia gestisce l’iniziativa nell’ambito del Programma Garanzia Giovani, in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal).

    Le iniziative ammesse

    La richiesta di finanziamenti è riservata ai seguenti soggetti:

    • Imprese individuali
    • Società di persone
    • Società cooperative/cooperative sociali
    • Associazioni professionali
    • Società tra professionisti

    Associazioni professionali e società tra professionisti non devono essere costituite da più di 12 mesi al momento della presentazione della domanda. Per le altre categorie ammesse vigono i seguenti requisiti: fino a un massimo di nove soci possono comporre le società; queste non devono avere più di 12 mesi di vita al momento della presentazione della domanda o, se non ancora costituite, devono esserlo entro 90 giorni dall’ammissione alle agevolazioni. 

    Le spese ammissibili

    Tra le spese ammissibili vi sono gli investimenti per:

    • beni mobili, strumenti, attrezzature e macchinari
    • hardware e software
    • opere murarie, fino al 10% delle spese di cui sopra
    • stipendi e salari lordi, purché non beneficiari di altre agevolazioni
    • automezzi, solo se strettamente funzionali all’attività di impresa

    le spese sono ammesse solo se sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda. Ad eccezione di autoveicoli e automezzi, i beni acquistati devono essere nuovi. Le spese per l’Iva non sono ammesse, salvo il caso che queste non siano recuperabili. 

    Il tipo di finanziamento

    L’iniziativa Microcredito di Invitalia Nuovo Selfiemployment concede un finanziamento compreso tra i cinque e i venticinquemila euro, al netto dell’Iva. Questo è un finanziamento agevolato a tasso zero, per il quale non sono richieste garanzie o firme. Il finanziamento ha una durata di sette anni, con rate mensili posticipate. Il finanziamento copre fino al 100% delle spese ammesse. Il finanziamento è compatibile con altri contributi in regime “de minimis” fino a capienza massimale e qualora le spese coperte non siano le stesse.

    Nuovo Self Employment (ex Invitalia Microimpresa): modulistica e richiesta

    Per presentare la domanda di accesso agli inventivi di Invitalia microimpresa è necessario seguire questa procedura:

    • essere in possesso di una identità digitale, come lo SPID, il CIE o la CNS
    • accedere all’area riservata
    • compilare la domanda online
    • caricare i documenti richiesti quali, il business plan e gli allegati

    A fine della procedura è necessario siglare con una firma digitale e comunicare la propria PEC.

    L’utente può decidere se sottoporsi a un colloquio conoscitivo con il personale di Invitalia, nel quale potrà aggiungere eventuali altre informazioni a corredo della domanda presentata e ottenere un maggior punteggio valido per la selezione.

    Le domande presentate sono valutate da Invitalia rispettando l’ordine di presentazione dei progetti, fino ad esaurimento dei fondi allocati. La valutazione si compone di una verifica formale, sui requisiti di ammissibilità delle domande e una verifica di merito, che ha lo scopo di valutare la fattibilità tecnica ed economica dell’iniziativa. Invitalia comunicherà l’esito della decisione entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda.

    Articolo scritto da: Fabrizio Pagni

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