Fondo perduto partite Iva: richiesta e requisiti per contributi o bonus

Informazioni e dettagli per la richiesta di un fondo perduto per partite iva

L’evoluzione delle dinamiche occupazionali e dei contratti di lavoro sul mercato hanno portato negli anni ad un aumento delle partite Iva, che hanno progressivamente sostituito i rapporto di lavoro subordinato da dipendente. Quello che un tempo era l’inquadramento tipico dei liberi professionisti si è così ampliato a una categoria eterogenea e vasta di lavoratori non necessariamente iscritti ad un ordine professionale.

Per supportare le partite Iva nella loro attività economica sono previsti contributi e bonus a fondo perduto. Questi hanno diversi scopi perché rispondono a diverse esigenze. In generale, i contributi a fondo perduto sono quei sostegni per i quali non è prevista alcuna forma di restituzione da parte dei beneficiari. 

Vediamo insieme quali sono i contributi a fondo perduto per le partite Iva e quali sono i requisiti e le procedure previsti per la loro richiesta.

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    Fondo perduto partite Iva: i contributi INPS 

    Sei un professionista e hai bisogno di un fondo perduto per partite Iva? L’Inps mette a disposizione Iscro, la cassa integrazione dei professionisti.

    Il servizio, dedicato ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata, permette di ottenere un’indennità riconosciuta a lavoratori che svolgano attività di lavoro autonomo. 

    Bonus Iscro per partite IVA: come funziona?

    Per sostenere gli imprenditori l’Inps mette a disposizione l’Iscro, la cassa integrazione per i professionisti. L’Indennità straordinaria di Continuità Reddituale Operativa (Iscro) è un contributo riconosciuto ai lavoratori autonomi.

    Tale sostegno è concesso per un periodo di sei mesi, a patto che il percettore non sia già beneficiario di assegni pensionistici, Naspi, Reddito di Cittadinanza né rivesta cariche politiche.

    Si tratta di un incentivo finanziario equivalente al 25% del reddito da lavoro autonomo dell’ultimo semestre certificato dall’Agenzia delle Entrate, che va da un minimo di 254,75 euro a un massimo di 881,23 euro. Questa gamma di importi è determinata in base ai requisiti e alle condizioni del richiedente.

    I requisiti necessari per richiedere l’Iscro

    Per ottenere l’Iscro è necessario possedere alcuni requisiti. Nel dettaglio il lavoratore autonomo deve:

    • Avere una partita Iva da almeno 3 anni (anziché 4 anni come nello scorso anno);
    • Essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali.
    • Non beneficiare di un trattamento pensionistico diretto, né essere assicurati presso altre forme previdenziali al momento della domanda
    • Non percepire il Reddito di Cittadinanza per tutto il periodo dell’Iscro (ora non più in vigore)
    • Non percepire nessun trattamento pensionistico o prestazione legata al reddito, come NASpI e DIS-COLL;
    • Aver sperimentato un crollo significativo del reddito da lavoro autonomo (almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti)
    • Aver dichiarato un reddito inferiore o uguale a 12 mila euro
    • Comprovare la regolarità contributiva della previdenza obbligatoria
    • Essere titolare di partita Iva da non meno di quattro anni

    In particolare, per ottenere il contributo, il lavoratore autonomo deve aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente alla presentazione della domanda.

    Alla presentazione della domanda è necessario autocertificare i redditi prodotti per ogni anno richiesto, a meno che questi non siano già a disposizione dell’Inps.

    Tuttavia, è importante notare che se non vi sono redditi da lavoro autonomo negli ultimi quattro anni prima della presentazione della domanda per il bonus Partite Iva all’Agenzia delle Entrate, la domanda verrà respinta.

    Come si calcola il fondo perduto partite iva Iscro

    Per calcolare l’importo del bonus, occorre determinare prima il reddito semestrale del richiedente.

    Ad esempio, se un lavoratore autonomo ha dichiarato un reddito annuo di 5 mila euro lo scorso anno, il reddito semestrale sarà pari a metà di questa cifra, ovvero 2.500 euro.

    Successivamente, si va a calcolare il 25% di questo reddito semestrale, che corrisponde all’importo spettante del bonus.

    Pertanto, l’importo mensile del bonus sarà di 625 euro per 6 mesi, risultante dalla moltiplicazione di 2.500 per 25% e poi diviso per 6 mesi.

    Bonus fondo perduto partite iva Iscro: come fare domanda

    I titolari di partita Iva possono presentare la domanda per l’Iscro  esclusivamente per via telematica, sul sito dell’Inps o tramite il Contact Center, al numero verde 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da rete mobile.

    La domanda è presa in carico e lavorata entro un termine di 30 giorni. Sul sito dell’Inps è possibile ricorrere al servizio Iscro.

    Contributi fondo perduto partite Iva: il bonus Invitalia

    Il sito Invitalia raccoglie i principali bandi di finanziamento rivolti a diverse categorie di operatori economici e cittadini. Alcuni di questi finanziamenti sono a fondo perduto, mentre altri sono a tasso agevolato. Tra i beneficiari dei finanziamenti a fondo perduto vi sono anche i lavoratori autonomi dotati di partita Iva.

    Ad esempio, il bando Resto al Sud, che punta alla creazione di posti di lavoro tramite incentivi alla nascita e allo sviluppo imprenditoriale e professionale nelle regioni meridionali ed i cui fondi sono anche rivolti alle attività di libera professione.

    Voucher Connettività

    Tra i bonus previsti per le partite Iva vi sono anche quelli per agevolare lo sviluppo della professione. Tra questi, il Contributo per gli abbonamenti a internet ultraveloce, anche detto bonus internet. Questa misura, prorogata dalla Commissione Europea, permette a tutti gli operatori di telecomunicazioni di attivare i voucher fino al 31 dicembre 2023. La misura, illustrata sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, prevede due possibili voucher: 

    • Voucher A1 di 300 euro per il passaggio a una connessione tra i 30 Mbit/s e i 300 Mbit/s
    • Voucher A2 di 300 euro per il passaggio a una connessione tra i 300 Mbit/s e 1 Gbit/s 
    • Voucher B di 500 euro per il passaggio a una connessione tra i 300 Mbit/s e 1 Gbit/s
    • Voucher C di 2 mila euro per il passaggio a una connessione superiore a 1 Gbit/s

    I voucher sono erogati per un contratto della durata di 18 mesi. Per le sole connessioni che offrano velocità pari a 1 Gbit/s il voucher potrà essere aumentato fino a 500 euro a fronte di costi di allaccio alla rete sostenuti dai beneficiari. Il Voucher C deve fare riferimento a un contratto della durata di 24 mesi.

    I beneficiari possono richiedere il voucher ad un qualunque operatore, fino a esaurimento dei fondi stanziati. Il voucher ha lo scopo di far ottenere al beneficiario uno sconto sui canoni per la connessione a banda ultralarga.

    Altri tipi di bonus per le Partite Iva

    Oltre a quelli elencati, i possessori di partita Iva possono fare affidamento su una serie di bonus e agevolazioni quali:

    • L’Indennità di maternità/paternità per gli iscritti alla gestione separata
    • I Bonus Inps per i figli a carico (bonus babysitter, bonus Bebé, bonus Asili nido, premio di nascita)
    • Il sostegno per l’Inclusione attiva
    • Il bonus psicologo

    Leggi anche: Assegno unico per figli a carico: guida alla richiesta


    Per lavoratori autonomi sono disponibili una varietà di bonus e contributi fondo perduto per partite iva. Queste rispondono essenzialmente a due scopi distinti: supportare un adeguato livello di vita, a fronte di difficoltà economiche individuali o congiunturali; favorire l’attività svolta e la crescita professionale dei beneficiari.

    Articolo scritto da: Fabrizio Pagni

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